mercoledì 28 dicembre 2016

Tutto è cominciato con un topo // Walt Disney // USUA n. 4

Ciao a tutti, al rapporto è Olivetta!
Mi è dispiaciuto tantissimo non avervi accompagnato nelle scorse due settimane con la mia rubrica USUA per vari contrattempi, ma finalmente eccomi qui anche più presto delle altre volte!
Questa settimana, tempo di feste natalizie non poteva mancare un personaggio che riempie le televisioni dei bimbi con i suoi film d'animazione, ovvero oggi voglio parlarvi di Walter Disney, meglio conosciuto come Walt Disney! Ricevevo come regalo le videocassette dei suoi cartoni sin da piccola quindi non posso non dire che faccia parte di un'ampia fetta della mia vita e mi ha accompagnato a costruire parte di ciò che sono oggi. 
E voglio parlarvi di lui perché mentre l'altro giorno guardavo in TV "Mary Poppins", ho irrimediabilmente pensato a quanto tutt'oggi sia aspramente criticato quando invece dovrebbe essere apprezzato poiché ha creato un sogno, realizzando il suo dando così l'esempio, per tutti i bimbi del mondo che non morirà mai.

PRE-SCRIPTUM: A questo proposito vi consiglio di vedere il film "Saving Mr. Banks", meraviglioso fino alle lacrime, che seppur narrando la storia romanzata di come Disney convinse Pamela L. Travers a cedere i diritti del suo romanzo "Mary Poppins", narra sia la storia della stessa autrice oltre che attraverso lei, la sua stessa storia. Poi Tom Hanks è bravissimo fino al midollo!
Ma sto sviando, quindi torniamo a noi con una piccola biografia come al solito!

Walter Elias Disney, nome completo del realizzatore di sogni, nacque il 5 dicembre del 1901 a Chicago negli Stati Uniti e fu il quarto figlio di Elias Disney e Flora Call. Durante la sua infanzia la famiglia si trasferì a Marceline, nel Missouri dove crebbe lavorando duramente nei campi, e forse per questo che l'infanzia felice e spensierata che mette nelle sue opere rappresenta più un sogno che i suoi veri ricordi, caratterizzati da fatica e sudore. 
Nell'autunno del 1909 una serie di eventi portarono la sua famiglia a vendere la fattoria e trasferirsi a Kansas City, dove la vita in questa grande città fu più dura: il padre lavorava a notte fonda consegnando giornali mentre Walter gli dava una mano: lui stesso ricorderà come qualche volta si metteva in un angolino della strada per "rubare" un pisolino durante il lavoro, per riposarsi e seguire poi le lezioni scolastiche. 
Nel 1918, probabilmente stanco dell'autorità paterna, Walter decide di arruolarsi nell'esercito così da partecipare alla Prima Guerra Mondiale: scelta che segna una rottura con le regole della famiglia.
Tornato a Kansas City, lavorò per circa un mese presso un'agenzia pubblicitaria, dove conobbe Ubbe Ert Iwerks, bravissimo quanto straordinario disegnatore: nessuno poteva immaginare che avrebbero avuto un appuntamento con la storia.
Trovò successivamente lavoro come ritagliatore di immagini presso la "Kansas-City Ad", società che si occupava di animazione, anche se di livello inferiore rispetto ai cartoni prodotti a NYC. Qui scoppia la scintilla: chiede e ottiene in prestito una cinepresa con la quale esegue sperimentazioni; intuì che fosse riuscito a far muovere quegli inermi pezzi di carta rivoluzionando così il mondo del disegno. 
Con Ub Iwerks ottenne ottimi risultati, e grazie all'aiuto economico del fratello Roy, Walter aprì uno studio in cui realizzavano gli storici "Laugh-o-grams", "Alice Comedies" (in cui Disney mise una bimba vera in un mondo creato sui tavoli da disegno), "Oswald The Lucky Rabbit" (oggi ritenuto una sorta di anello di congiunzione tra "Felix The Cat" di Otto Messmer e il celeberrimo "Topolino"). Così, presentati i loro lavori alle case di distribuzione, ottennero rapidamente un contratto con la Universal che intuì l'enorme potenziale economico che la novità rappresenta. Ma qualche dtempo dopo, le cose cominciarono ad andare male.
L'Universal la cui proprietaria era Margareth Winkler, consentì a Disney e Iwerks di ritenersi soddisfatti sul piano economico, così che potessero assumere altre persone per mettere in piedi uno studio d'animazione; i problemi incominciarono quando prese marito, Walter Mintz che ritenne opportuno ridurre i pagamenti e quindi i creativi che ruotavano intorno a Walt e Ub vennero messi presto alle strette. Il gruppo decide quindi di reagire al ricatto creando un personaggio tutto loro: accorciarono le orecchie di Oswald, trasformarono la coda e ritoccando qualcosa qua e là ottennero, un topo. 
Walter era un genio nell'ideare gag e situazioni interessanti, Ub realizzava tutto su carta al ritmo impensante di 700 disegni al giorno: il miracolo venne intitolato "Plane Crazy" il cui protagonista fu il non ancora noto "Mickey Mouse" e l'idea rivoluzionaria, era quella di aggiungere il sonoro e farlo parlare!
Il 18 novembre 1928 nel Colony Teather di New York venne proiettato un film di guerra, seguito da un breve cartone animato: il giorno dopo, è il tripudio. La data per molti coincide con l'inizio della biografia di Disney, quel Walt Disney inserito nelle pagine d'oro del libro di Hollywood. 
Ricevette il suo primo Oscar, a cui ne seguiranno 31 nel 1932 per il film "Flowers and trees", ma il primo grande classico d'animazione risale al 1937: "Biancaneve e i sette nani". 
Nel 1940 aprì i suoi primi studios in California a Burbank e nel 1955, si decide il lancio di Disneyland e vengono realizzati i primi programmi per la televisione (fra cui "Zorro") quando dieci anni più tardi, Disney personalmente cominciò a disegnare Epcot, un progetto per la vita nel futuro.
Morì il 15 dicembre del 1966 a Burbank per un collasso cardiocircolatorio, ponendo fine alla travagliata esistenza di un genio della creatività, capace di dar corpo ai sogni e in tutto il mondo, la notizia ottenne grande risonanza. Fu un genio assoluto del Novecento, un uomo che regalà al mondo creature meravigliose frutto della sua infinita fantasia: il leggendario papà di Topolino.
Si ricorda spesso il commento del governatore della California, il futuro presidente Ronald Reagan: "Da oggi il mondo è più povero". Walt Disney è considerato una leggenda, un eroe del vensimo secolo e la sua popolarità in tutto il mondo è basata sulle idee che il suo nome rappresenta: immaginazione, ottimismo e successo costruito da solo, come nella tradizione americana. Riuscì a toccare cuori, menti ed emozioni di milioni di persone che attraverso il suo lavoro, portando loro gioia e felicità alla gente di ogni nazione.

È arrivato ora il momento del mio classico Disney (fra quelli che furono sotto la supervisione dello stesso) preferito e ispirato al racconto "Happy Dan, The Whistling Dog" di Ward Greene, il suo nome è Lilli e il vagabondo! Per i meno informati, c'è anche il sequel che si chiama "Lilli e il vagabondo II - Il cucciolo ribelle", che trovo assolutamente degno erede del primo.
La scena del bacio con i spaghetti è nota a tutti, un po' meno il cartone purtroppo! Non spesso capita di trovare qualcuno che lo ha come preferito come me!
- "In tutta la storia del mondo c'è solo una cosa che il denaro non può comprare: lo scodinzolo di un cane." (Josh Billings) ...così a tutti i cani - che siano di salotto o di canile - questo cartone è espressamente dedicato. - Nonostante questo sia l'intro dell'intero film d'animazione e io adori i cagnolini quando sono di piccola taglia, e ogni volta che ne incontro uno per strada scappo, Biagio non può non essere uno dei miei animaletti della Walt Disney preferito! Buffo, ma tant'è!
Non potrei non consigliarvi di vederlo, quindi buona visione, soprattutto a chi adora queste protettive e dolcissime storie d'amore!


Invece gli altri miei classici preferiti, sempre fra quelli che sono stati sotto la supervisione dello stesso Walt Disney, per ordine cronologico e non di preferenza, sono:
- Biancaneve e i sette nani
- Pinocchio
- Dumbo - L'elefante volante
- Bambi
- Lo scrigno delle 7 perle
- Cenerentola
- Alice nel Paese delle Meraviglie
- La bella addormentata nel bosco
- La carica dei cento e uno
- Il libro della giungla


"Se puoi sognarlo, puoi farlo."

Bene, Olivetta vi saluta e dà un arrivederci alla settimana prossima e tanti BACI!

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