venerdì 9 dicembre 2016

Credo nella gentilezza degli sconosciuti // Lana Del Rey // USUA n. 3

Ciao a tutti, al rapporto è Olivetta!
Benvenuti in un nuovo post per la rubrica USUA!

Sono consapevole di essere un po' in ritardo ma tranquilli, non è perché mi ero dimenticata di voi!


Questo, rispetto agli altri post, ha un cambio di rotta sia come tipologia di autore che come paese di provenienza: oggi ho intenzione di parlarvi di Lana Del Rey, una delle mie cantanti così preferite che fa parte della TOP THREE.


Ho conosciuto Lana Del Rey in un periodo particolare della mia vita, un periodo così triste che durante le giornate volevo soltanto chiudermi al buio nella mia stanza a piangere mettendo il suo disco a palla; periodo che lei mi ha aiutato tantissimo a superare e non riuscirei mai a ringraziarla abbastanza per questo. 
Non voglio iniziare questo post dicendo come i "poser" che dicono "ma io questa cantante la conosco dal giorno in cui è nata", quindi ammetto di averla conosciuta soltanto a cavallo fra l'uscita della standard di "Born to Die" e la "Paradise", l'estate in cui mandavano in radio "Videogames" (canzone con cui l'ho conosciuta) e quando di lì a poco sarebbe uscito il video di "Ride". 
Mi ricordo che sentendola da lontano da delle casse di una piazza, mentre in cui potete immaginare l'audio riverberava tantissimo, mi affrettai a cercare le parole della canzone su Google, incominciandola poi ad ascoltarla giorno e notte.
L'Indie era un genere musicale nuovissimo per me ai tempi, quindi ancora facevo un po' "tira e molla" con lei perché dovevo capirlo per benino, ma poi mi son decisa a riascoltare con attenzione l'intero album e la conseguenza è stata che mi sono totalmente innamorata di "Dark Paradise", e il resto delle canzoni da lì a venire a poco a poco. 
Ormai sono 4 anni che la seguo, e tutt'oggi è uno dei miei punti di riferimento più importanti.

Lana Del Rey, nome d'arte di Elizabeth Woolridge Grant, è nata il 21 giugno 1986 a New York negli Stati Uniti. Cresciuta a Lake Placid, ha frequentato un collegio nel Connecticut studiando filosofia presso la "Fordham University" nella Grande Mela. 
Gli anni dell'adolescenza furono piuttosto difficili per lei, poiché soffriva di una pesante dipendenza da alcol, come verrà poi raccontato nelle canzoni come "Carmen" di "Born to Die".
Dopo aver imparato a suonare la chitarra a diciotto anni grazie agli insegnamenti di suo zio, Elizabeth incominciò a scrivere canzoni e a esibirsi in alcuni club. Iniziò utilizzando il nome d'arte May Jailer registrando un demo di nome "Sirens" fra i 2005 e 2006, in contemporanea a "Rock me stable" prodotto come Elizabeth Woolridge Grant.
Ha lavorato a vent'anni con i senza tetto e gli alcolisti al servizio di una comunità, prima di essere scritturata da David Kahne, con la cui etichetta "5 Point Records" pubblicando nell'ottobre del 2008 "Kill kill", un EP composto da 3 tracce sotto il nome di Lizzy Grant; l'edizione completa esce nel gennaio del 2010 con il nome "Lana Del Ray A.K.A. Lizzy Grant".
Incominciò così a caricare alcune sue canzoni su YouTube, canale con cui viene scoperta dalla "Stranger Records". Dopo essere scritturata, realizza "Video Games", reale singolo d'esordio che ottiene un successo notevole a dispetto delle pessimistiche aspettative. 
Grazie a questo successo, il secondo album vede la luce, realizzato con la "Polydor" e la "Interscope Records", "Born to Die" ufficialmente il 31 gennaio, comparendo nei piani alti delle classifiche di vendita di tutto il mondo. È questo l'album e l'anno della sua massima esplosione, come rivelano molti dei premi ricevuti fra i quali "riconoscimento come donna dell'anno" del GQ Men of the Year Award, un Brit Award, l'Uk Music Video Award, etc. 
Nel settembre del 2012 esce "Paradise", anticipato dall'uscita del singolo "Ride" il cui videoclip è girato nell'area metropolitana di Las Vegas. Nell'autunno dello stesso anno Lana annuncia per l'anno seguente un tour europeo per oltre 30 date complessive. 
Influenzata dalla poetica di Walt Whitman come la raccolta "Fili d'erba", possiede una voce da contralto emotiva e accattivante, è caratterizzata da uno stile musicale improntato sull'alternative rock che lei definisce "Hollywood Sadcore", proponendo melodie piuttosto malinconiche come una sorta di musica da film, con tempi lenti e testi spesso cupi.


Venendo al sodo, ecco un piccolo specchietto della sua discografia.
Premetto col dire che ci sono anche delle "unreleased" che non scrivo qui perché sono state "leaked" contrariamente alla volontà di Lana stessa, ma che mio malgrado ascolto perché sono bellissime.

SIRENS (2005)
1. Drive By (for K, Part 1) – 2:51 (Elizabeth Grant)
2. Next to Me – 2:41 (E. Grant)
3. A Star for Nick  – 2:43 (E. Grant)
4. My Momma – 3:25 (E. Grant)
5. Bad Disease – 3:42 (E. Grant)
6. Out with a Bang – 3:19 (E. Grant)
7. Dear Elliot – 4:33 (E. Grant)
8. Try Tonight – 3:35 (E. Grant)
9. Peace – 5:48 (E. Grant)
10. I'm Indebted to You – 3:59 (E. Grant)
11. Pretty Baby – 3:39 (E. Grant)
12. Aviation – 3:11 (E. Grant)
13. Move – 4:13 (E. Grant)
14. Junkie Pride – (re-recorded from Young Like Me EP, originally entitled "Junky Pride") 2:52 (E. Grant)

15. Birds of a Feather – 2:46 (E. Grant)



LANA DEL RAY A.K.A. LIZZY GRANT (2010)
1. Kill Kill – 3:57 (Elizabeth Grant)
2. Queen of the Gas Station – 3:04 (E. Grant)
3. Oh Say Can You See – 3:40 (E. Grant)
4. Gramma (Blue Ribbon Sparkler Trailer Heaven) – 3:55 (E. Grant, David Kahne)
5. For K Part 2 – 3:24 (E. Grant)
6. Jump – 2:51 (E. Grant)
7. Mermaid Motel – 3:59 (E. Grant)
8. Raise Me Up (Mississippi South) – 4:22 (E. Grant)
9. Pawn Shop Blues – 3:26 (E. Grant, D. Kahne)
10. Brite Lites – 2:58 (E. Grant)
11. Put Me in a Movie – 3:13 (E. Grant)
12. Smarty – 2:49 (E. Grant, D. Kahne)

13. Yayo – 5:45 (E. Grant)



BORN TO DIE (+ DELUXE) (2012)
1. Born to Die – 4:46 (Elizabeth Grant, Justin Parker)
2. Off to the Races – 4:59 (E. Grant, Tim Larcombe)
3. Blue Jeans – 3:29 (E. Grant, Emile Haynie, Dan Heath)
4. Video Games – 4:41 (E. Grant, Justin Parker)
5. Diet Mountain Dew – 3:42 (E. Grant, Mike Daly)
6. National Anthem – 3:50 (EG, Justin Parker, The Nexus)
7. Dark Paradise – 4:03 (E. Grant, Rick Nowels)
8. Radio – 3:34 (E. Grant, Justin Parker)
9. Carmen – 4:08 (E. Grant, Justin Parker)
10. Million Dollar Man – 3:51 (E. Grant, Chris Braide)
11. Summertime Sadness – 4:25 (E. Grant, Rick Nowels)
12 This Is What Makes Us Girls – 4:00 (E. Grant, Jim Irvin, Tim Larcombe)

13. Without You – 3:49 (E. Grant, Sacha Skarbek)
14. Lolita – 3:39 (E. Grant, Liam Howe, Hannah Robinson)

15. Lucky Ones – 3:47 (E. Grant, Rick Nowels)


BORN TO DIE: THE PARADISE EDITION (+ SPECIAL) (2012)
1. Ride – 4:49 (Elizabeth Grant, Justin Parker)
2. American – 4:08 (E. Grant, Emile Haynie, Rick Nowels)
3. Cola – 4:20 (E. Grant, Rick Nowels)
4. Body Electric – 3:53 (E. Grant, Rick Nowels)
5. Blue Velvet – 2:38 (Bernie Wayne, Lee Morris)
6. Gods & Monsters – 3:57 (E. Grant, Tim Larcombe)
7. Yayo – 5:21 (E. Grant)
8. Bel Air – 3:57 (E. Grant, Heath)

Burning Desire – 3:51 (E. Grant, Justin Parker)








ULTRAVIOLENCE (+ DELUXE + SPECIAL) (2014)
1. Cruel World – 6:38 (Elizabeth Grant, Blake Stranathan)
2. Ultraviolence – 4:09 (E. Grant, Dan Heath)
3. Shades of Cool – 5:40 (E. Grant, Rick Nowels)
4. Brooklyn Baby – 5:49 (E. Grant, Barrie O'Neill)
5. West Coast – 4:16 (E. Grant, R. Nowels)
6. Sad Girl – 5:17 (E. Grant, R. Nowels)
7. Pretty When You Cry – 3:52 (E. Grant, B. Stranathan)
8. Money Power Glory – 4:28 (E. Grant, Greg Kurstin)
9. Fucked My Way Up to the Top – 3:30 (Grant, Heath)
10. Old Money – 4:29 (E. Grant, D. Heath, Nino Rota, Robbie Fitzsimmons)
11. The Other Woman – 2:58 (Jessie Mae Robinson) – Cover del brano di Nina Simone

12. Black Beauty – 5:13 (E. Grant, R. Nowels)
13. Guns and Roses – 4:29 (E. Grant, R. Nowels)
14. Florida Kilos – 4:14 (E. Grant, Harmony Korine, Dan Auerbach)

Is This Happiness – 3:44 (E. Grant, R. Nowels)

Flipside – 5:10 (E. Grant, B. Stranathan)


HONEYMOON (2015)
1. Honeymoon – 5:50 (Elizabeth Grant, Rick Nowels)
2. Music to Watch Boys To – 4:50 (E. Grant, Rick Nowels)
3. Terrence Loves You – 4:30 (E. Grant, R.Nowels)
4. God Knows I Tried – 4:50 (E. Grant, R. Nowels)
5. High by the Beach – 4:17 (E. Grant, R.Nowels, Kieron Menzies)
6. Freak – 4:55 (E. Grant, R. Nowels)
7. Art Deco – 4:55 (E. Grant, R. Nowels)
8. Burnt Norton (Interlude) – 1:21 (T.S. Eliot)
9. Religion – 5:23 (E. Grant, R. Nowels)
10. Salvatore – 4:41 (E.Grant, R. Nowels)
11. The Blackest Day – 6:05 (E. Grant, R. Nowels)
12. 24 – 4:55 (E. Grant, R. Nowels)
13. Swan Song – 5:23 (E. Grant, R. Nowels)

14. Don't Let Me Be Misunderstood – 3:01 (Bennie Benjamin, Gloria Caldwell, Sol Marcus) – Cover del brano di Nina Simone




Personalmente il mio album preferito è "Born to Die: The Paradise edition" di cui conservo come una cara gioia il disco fisico, sia perché è l'album con cui l'ho conosciuta, con cui l'ho ascoltata e riascoltata, sia perché secondo me è l'apice di chi è la Lana Del Rey pura; ciò non toglie ovviamente che anche gli altri album siano meravigliosi.
I miei lati preferiti di Lana sono il rapporto con il "sogno americano" e sia il suo rapporto riguardo il tema dell'amore.
Sono quel tipo di persona che ama l'Italia ma che non può fare a meno di tenere appesa una bandiera americana nelle pareti della stanza, perché amo profondamente la cultura americana e lei me lo ricorda ogni volta che l'ascolto, in canzoni come "Ride".
Cosa che potrebbe far storcere il naso alle femministe, come è successo con Lorde, poiché Lana è deliberatamente "antifemminista" nelle sue canzoni, è il fatto che la figura della donna nelle sue canzoni non è semplicemente la bambolina carina di "Without you", la lolita di "Off to the races", ma è soprattutto la femme fatale di  "National Anthem" e "Cola" che seppur in totale dipendenza dal suo uomo, la devota "Bel Air", la sognatrice di "Lucky Ones", è allo stesso tempo colei che sa di averne amorosamente l'attenzione quasi fiera e orgogliosa di "Radio".


Vi lascio ora, ad una delle sue poesie più belle, che poi è anche il monologo a inizio e fine del video musicale di "Ride", video che esprime tutta la libertà di essere in guerra con se stessi, ma col supporto di chi sa veramente chi sei, di essere veramente se stessi.



I was in the winter of my life and the men I met along the road were my only summer. At night I fell asleep with visions of myself dancing, and laughing, and crying with them. Three years down the line of being on an endless world tour, and my memories of them were the only things that sustained me and my only real happy times.
I was a singer, not a very popular one. I once had dreams of becoming a beautiful poet, but upon an unfortunate series of events saw those dreams dashed and divided like a million stars in the night sky that I wished on over and over again, sparkling and broken.
But I really didn’t mind because I knew that it takes getting everything you ever wanted, and then losing it, to know what true freedom is.
When the people I used to know found out what I had been doing, how I had been living, they asked me why, but there’s no use in talking to people who have a home, they have no idea what its like to seek safety in other people, for home to be wherever you lie your head.
I was always an unusual girl, my mother told me that I had a chameleon soul. No moral compass pointing me due north, no fixed personality. Just an inner indecisiveness that was as wide and wavering as the ocean. And if I said I didn’t plan for it to turn out this way I’d be lying because, I was born to be the other woman. Who belonged to no one, who belonged to everyone. Who had nothing, who wanted everything. With a fire for every experience and an obsession for freedom, that terrified me to the point that I couldn’t even talk about it, and pushed me to a nomadic point of madness that both dazzled and dizzied me.
Every night I used to pray that I’d find my people and finally I did on the open road. We had nothing to lose, nothing to gain, nothing we desired anymore except to make our lives into a work of art.
Live fast. Die young. Be wild. And have fun.
I believe in the country America used to be. I believe in the person I want to become. I believe in the freedom of the open road. And my motto is the same as ever "I believe in the kindness of strangers".
And when I'm at war with myself, I ride. I just ride.
Who are you? Are you in touch with all of your darkest fantasies? Have you created a life for yourself where you can experience them?
I have. I am fucking crazy, but I am free.




Stavo passando l'inverno della mia vita e gli uomini che incontravo sulla strada erano la mia unica estate. La sera mi addormentavo vedendo me stessa mentre ballavo, e ridevo, e piangevo con loro. A tre anni di distanza, nell'infinito viaggio del mondo, e i ricordi di loro sono le uniche cose che mi sostengono e solitamente i miei momenti di pura felicità.
Ero una cantante, non una di quelle famose. Ero una di quelle con sogni di diventare una bellissima poetessa, ma dopo una serie di sfortunati eventi vidi questi sogni abbattersi e dividersi come milioni stelle cadenti sulle quali continuavo a sperare, ad esprimere desideri.
Ma non mi importava veramente, perché sapevo che bisogna ottenere tutto ciò che si desidera, e poi perderlo, per capire che cos'è la vera libertà.
Quando le persone che mi conoscevano sono venute a sapere quello che avevo fatto, come avevo vissuto, mi chiesero il perché, ma non ha senso parlare con le persone che hanno una casa, loro non sanno cosa significa cercare sicurezza nelle persone, e considerare casa qualsiasi posto in cui appoggiare la testa.
Sono sempre stata una ragazza insolita, mia madre mi diceva che avevo un'anima camaleontica. Nessuna bussola morale che punta verso nord, nessuna personalità fissa. Solo un'indecisione interiore grande e vasta come l'oceano.
E se dicessi di non aver fatto nulla per diventare così starei mentendo, perché io sono nata per essere l'altra donna. Non appartenevo a nessuno, che apparteneva a tutti. Che non aveva niente, che voleva tutto. Con un fuoco per ogni esperienza ed un'ossessione per la libertà, che mi terrificava a tal punto da non poterne neanche parlar, e che mi springeva ad un punto nomade di follia che mi ha sia stordita che abbagliata.
Ogni sera pregavo di trovare la mia gente e finalmente l'ho trovata sulla strada. Non avevamo niente da perdere, niente da guadagnare, niente da desiderare più, eccetto che far delle nostre vite un'opera d'arte.
Vivi velocemente. Muori giovane. Sii folle. Divertiti.
Credo nello stato che l'America è abituata ad essere. Credo nella persona che voglio diventare. Credo nella libertà della strada. E il mio motto è sempre il solito "Credo nella gentilezza degli sconosciuti".
E quando sono in guerra con me stessa, viaggio. Semplicemente viaggio.
Chi sei? Sei in contatto con le tue fantasie più oscure? Hai creato una vita per te stesso nella quale le puoi provare?
Io sì. Sono fottutamente pazza. Ma sono libera.


Credo sia uno dei più bei inni alla libertà che esistano. La libertà di essere pazzi, ma se stessi. La libertà di amare, in qualsivoglia modo. La libertà della ricerca di ciò che conta, di rischiare. La libertà di liberarsi da scheletri e fantasmi del passato. La libertà di ballare, ridere, piangere. La libertà di vivere una passione. La libertà di inseguire i propri sogni. La libertà di essere liberi.


E per finire, ecco il mini-film che chiude la Paradise Edition.






Bene, Olivetta vi saluta e dà un arrivederci alla settimana prossima e tanti BACI!

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