mercoledì 7 dicembre 2016

1. Anna Karenina di Lev Tolstoj // #ZIAM

Titolo - Anna Karenina
Scrittore - Lev Tolstoj
C.E. (ita) - Einaudi
P.D.V. - Terza persona
Genere - Classico
Pagine - 887


“Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo”.  La tragica passione di Anna, sposata senza amore a un alto funzionario, per il brillante, ma superficiale, Vronskij. Parallelamente la vita di campagna di Levin, che vive per raggiungere la sua amata Kitty.



Credo che dopo aver completato l'ultima pagina di questo libro, oltre essersi spezzate alcune fibre del mio cuore insieme alla candela di Anna e ai singhiozzi di Vrònskij, un'altra parte si è allontanata da me per rimanere intrecciata a quelle vicende che hanno tessuto le storie di Anna, Vrònskij, Lévin e Kitty - li terrò tutti e quattro nel mio cuoricino *_* - perché la prima cosa per cui devo ringraziare Tolstoj è stato il modo con cui ha saputo farmi immedesimare in ogni personaggio, le cui situazioni e pensieri sembrava quasi che li potessi calzare addosso con estrema scioltezza, ma che dire, un classico è sempre un classico.

Ancora non ci credo nemmeno di aver letto per intero un malloppone del genere - il merito è solo di Tolstoj per lo stile e per la composizione della trama - ma solo alla fine mi rendo conto di quanto davvero io sia riuscita a respirarne ogni singola parola e di quanto mi mancherà passarci le giornate insieme.

Finita la parte estasiata/in delirio esagerato piagnucoloso d'astinenza, passo ai personaggi che in un libro del genere, non solo si muovono dentro una trama ben caratterizzata e già decisa, ma la costruiscono a piccoli passi.

Nonostante le miriadi di pagine dedicate a Lévin, ai suoi pensieri e ragionamenti infiniti e un po' tristi, alle sue descrizioni sulla campagna e tutto il resto, - ragionevoli per il fatto che è un libro mirato ad un vasto genere di lettori - alla fine mi son quasi sentita gratificata per averlo visto maturare gradualmente, insieme poi a Kitty a piccoli ma energici passi.

Sono rimasta affascinata dal modo in cui Tolstoj ha creato il personaggio di Anna, - qualche capitolo in più su di lei lo desideravo ardentemente - una donna forte, attraente e carismatica...i suoi modi mi hanno intenerito in diversi punti, insieme alla forza nei momenti in cui lottava per il desiderio di sentirsi davvero amata.

La parte che mi ha distrutto maggiormente è stato il fatto che alla fine è rimasta vittima non tanto dell'amore passionale per Vrònskij, quanto dei giudizi e pregiudizi maligni non solo delle persone della società, ma anche di persone che potevano e dovevano rimanere care.

Sapendo un po' le vicende e le conseguenze del libro, sin dal momento in cui è apparso Vrònskij mi sono tenuta a una dovuta ma affettuosa distanza e solo alla fine sono riuscita ad apprezzarlo in pieno, nonostante "tifassi" lui e Anna dall'inizio della loro storia d'amore.

Non solo è un libro da cinque stelline piene, ma è uno dei libri migliori che una persona possa leggere nella vita.
(Sono tanto brava che ho pure diviso la recensione in otto parti :'3 ok, fine. *pigia il tasto che fa finire la registrazione*)

    

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