mercoledì 16 novembre 2016

L'importanza del PROPRIO voto

Cosa c'è di così spregevole nel non cambiare nulla? #iovotoNo
Trovo invece spregevole l'astensionismo

Il primo articolo della Costituzione italiana, afferma che l'Italia è una Repubblica democratica e la cui sovranità appartiene al popolo. 
Nonostante il fatto che la sovranità appartiene al popolo, in Italia sussistono tutt'oggi episodi di astensionismo dal voto, basti vedere la situazione che si è creata all'ultimo referendum che riguardava le trivelle, e da cinque anni siamo in "dittatura bianca"; sono gli argomenti su cui voglio porre la vostra attenzione con questo post. 

Il Governo Monti, il sessantunesimo governo della Repubblica Italiana, è entrato in vigore nel 16 novembre 2011 ed è stato istituito come "governo tecnico". Cos'è un governo tecnico? E' una espressione appartenente al gergo parlamentare italiano e indica un governo dalla "non dichiarata identità politica", appoggiato dalle forze politiche in situazioni d'emergenza quando il sistema di partiti in vigore non riesce a esprimere un governo pienamente funzionate; si affida a questo il compito dunque di formarne uno nuovo a personalità dotate di competenze tecniche ed estranee alle stesse forze politiche. 

Attualmente il Governo Renzi, istituito dopo un ulteriore governo tecnico ovvero quello di Letta, è uno strascico del governo tecnico istituito 5 anni fa, son 5 anni che il popolo non vota per il governo e mettendo in conto che esso è entrato in vigore il 21 febbraio 2014, è agghiacciante scoprire che è il quarto governo della Repubblica più longevo (i due primati appartengono ai governi Berlusconi), e in Italia la Repubblica ha 73 anni. Ancora giovane per essere comparata al patriottismo dei cittadini americani o francesi, portatore di rivoluzioni, ma ciò non toglie la sua dignità. Dignità anche per il fatto che per essere emanata hanno dato il loro VOTO le donne contribuendo a instaurare la Repubblica, ha unito il Nord e il Sud e i partiti che anche all'opposizione, hanno scritto la nostra Legge Fondamentale, la Costituzione. 
E' vero, essa non è intoccabile ma comunque questa voglia ossessiva da parte del Governo di cambiarla allarma chi ha a cuore la democrazia e la Repubblica, poiché la vittoria del Sì potrebbe aprire la strada ad una deriva autoritaria. Autoritaria non perché il premier o il presidente della Repubblica avranno più poteri, ma perché eliminando le minoranze avranno molti più consensi e appoggi in Parlamento.
La Costituzione è stata costruita in un periodo storico in cui c'era stata la monarchia, la Seconda Guerra Mondiale e l'arrivo di una Guerra Fredda, in cui hanno fatto prevalere la riflessione, un clima che ideologicamente non è troppo lontano dal nostro essendo la nostra non ancora una democrazia concreta, in carne e ossa, dato che gli episodi di astensionismo sono ancora troppo, troppo alti. 

L'età del Governo Renzi, governo NON ELETTO dal popolo, salirà se non ci diamo una mossa col prossimo referendum, manca meno di un mese, evitando PER FAVORE il più possibile episodi di astensionismo. 
Non sono qui per dirvi lo stereotipo mediatico che sono convinta che se vince il "No" Renzi se ne va, se vince il "Sì" vince Renzi, lungi da me, sono qui intanto per consigliarvi di informarvi e di votare non in base a cosa dice o fa il premier, ma in base alle vostre idee, idee che di certo daranno risposta a questo premier. 
Spero che indipendentemente se si vota "sì" o si vota "no", lo si faccia in base alle PROPRIE idee e no seguendo stereotipi. La vittoria di una delle due facce della medaglia non deve incidere, favorire, gli interessi del governo che avanza grazie alla maggioranza in Parlamento e il VOTO DEI CITTADINI non può sottostare a ricatti della sua azione. 


Il testo del referendum recita: 
"Approvate il testo della legge costituzionale concernente "disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione", approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?"

L'idea di questo post mi è venuta perché la pubblicità del comitato "Basta un sì" oltre che sui manifesti, mi è spuntata pure mentre navigavo su You Tube. Beh, dopo i manifesti questo si chiama "eccesso" e "disturbo" perché non desiderato. Comitato che suppongo sia appoggiato, rettifichiamo no col cuore ma con la testa, da Johnny Stecchino. (Scusate, mi è venuta spontanea). 
Intanto credo che sia abbastanza antidemocratico e molto condizionante parlare di un solo piatto della bilancia e comunque, la prima cosa che mi è saltata all'occhio nel loro sito è che in bella vista ci sono le "donazioni" ma le donazioni a cosa? Dove vanno questi soldi se non le tasche per vendere le "azioni" e far guadagnare chi sta dalla loro parte nel caso ipotetico in cui vincesse il "sì"? Ho controllato bene la pagina e non è assolutamente spiegato dove vanno a finire. Per fare quei manifesti semplicistici e populistici? Nel video c'erano solo spiegate le loro "tesi" e poi che non si deve votare no "perché non cambia nulla", questo per le persone che non si informano, ovviamente. 
Ma lasciare alle persone, soprattutto a quelle indecise, la libertà di scegliere senza condizionamenti e con tutta la democraticità di vedere i pro e i contro di entrambe le facce della medaglia? Questo concetto sconosciuto in un era in cui "il proprio pensiero è l'unico valido". 
Inoltre c'è anche una sezione in cui fare il "rappresentante di lista per loro" poiché hanno così tanta fiducia del sistema elettorale italiano che hanno paura che vengano modificati i "sì" facendoli diventare "no"...o forse per cattiveria insinuerei che vogliono fare l'esatto opposto?

 
I SEE NO DIFFERENCE

Fortuna che ho scoperto che dopo le lettere all'estero in cui si intimavano gli italiani a votare sì, con arguzia hanno aperto un comitato del No (è questo se vi interessa). Ora credo abbiamo ben capito da quale parte sta la democrazia, la voglia di democrazia, quindi sul web è possibile trovare informazioni da entrambe le parti e il mio blog (nel suo piccolo piccolo) vuole collaborare col comitato del "NO". #iovotoNo
La loro pubblicità mi ha suscitato un po' di domande. Cosa c'è di così spregevole nel non cambiare nulla? Cosa c'è di così disprezzante nell'apprezzare il modo in cui la Costituzione e soprattutto, il Parlamento è stato voluto? 
Voglio fare notare innanzitutto che il testo di questo referendum prevede ben CINQUE quesiti, cosa già viscida in partenza perché chi vota è costretto ad essere costretto ad essere d'accordo o non d'accordo CON TUTTI, cosa che purtroppo potrebbe favorire l'astensionismo e non di certo la democrazia. 
La mozione da parte di costituzionalisti di questo "errore" non è stata accolta, ma io la continuo a ritenere assolutamente valida. 

Uno dei temi più dibattuti è il bicameralismo, nonostante vi ricordo, il referendum NON si vuole esprimere SOLO su questo. Ma cos'è il bicameralismo?

Voglio scrivere questo post perché ho la speranza di schiarire le idee a chi è indeciso o chi ancora non ha compreso, per quanto semplicistico possa essere perché non studio scienze politiche, per me è importare volere e dare il mio contributo, premettendo che chi decida di leggerlo capisca che non ho la pretesa di pensare che ciò che credo io sia l'UNICA cosa giusta da pensare. Motivo per cui non mi arreco la responsabilità di spiegarvi il referendum perché non ho le ampie competenze, così per avere maggiore chiarezza prima di continuare a leggere il post, vi affido a questi video:
il primo più tecnico e il secondo più argomentato. 




La mia idea è del #iovotoNo, ma ovviamente non voglio obbligarvi a pensarla come me, voglio solo esprimere la mia opinione sul perché credo sia giusto votare così.
Essendo un referendum confermativo, non c'è alcun bisogno del raggiungimento del quorum e se si è d'accordo si vota "sì" invece se non si è d'accordo si vota "no", e alle tesi del Sì, cercherò di rispondere con le ragioni del No.
Le opinioni più quotate dei portavoce del "sì" vertono soprattutto sul bicameralismo paritario come "roba vecchia" poiché l'Italia è l'unica ad averlo in Europa, che questo favorisce soltanto il sistema "navetta" (in cui le leggi per essere approvate devono passare da entrambe le Camere) che rallenta le riforme oltre il fatto che a causa di questo Senato, i costi sono troppo alti e vanno diminuiti tassativamente. Ma analizziamo queste idee piano piano.

Per quale assurdo motivo l'Italia dovrebbe cessare di essere un'eccezione europea? Cosa è? Un primato? Un monito di vanto? Stiamo parlando di politica e no di un concorso di bellezza. 
Credo bisogna concentrarsi piuttosto sulla bellezza democratica di questa "eccezione"; non sempre "l'erba del vicino è sempre più verde" e l'Italia ha la propria storia che testimonia il perché è stato voluto il "bicameralismo perfetto" con Camera e Senato dagli stessi poteri, in modo tale che democraticamente parlando ENTRAMBE e con la stessa validità diano o tolgano fiducia al governo. 
Comunque, il bicameralismo resta poiché la riforma non lo abolisce per passare al monocameralismo, ma verrà reso più confuso con conflitti di competenza tra gli apparati politici, non producendo semplificazione. Sappiamo bene come funzionano le cose ora? Ecco, facciamo in modo di tenercele così dato che "sappiamo ciò che lasciamo e no quello che troveremo".
La tanto odiata "navetta" che a detta loro ha generato molti ritardi, non è stata a causa del suo male poiché il vero motivo per cui troppo spesso i cittadini hanno atteso per anni riforme e risposte concrete che sembravano non arrivare mai, è stato perché diverse (molte) persone al governo si sono divertiti a fare scemenze, aggiungendo anche modifiche futili ai diversi emendamenti di una legge pur di non farla passare perché nell'idea singola del parlamentare, non era considerata giusta, ma nonostante questo spesso si tratta soltanto di una scusa poiché molte leggi sono state fatte nei "tempi giusti". A sostituire la burocrazia con l'oligarchia son capaci tutti.
La rapidità nel fare le leggi non è un segnale di "giustizia" delle stesse. Il "tutto e subito" vale solo per il progresso tecnologico e no per una cosa delicata come il presente e il futuro dei cittadini.
Comunque molte leggi comunque continueranno a rimbalzare tra Camera e Senato prima di essere del tutto approvate.
Quindi da questi due punti di vista, il referendum è pure in parte incoerente.

Togliere il diritto d'elezione dei senatori agli stessi cittadini rinnega in parte lo stesso primo articolo della Costituzione in cui è affermato che "la sovranità appartiene al popolo". Uscirà un senato di non eletti poiché i senatori saranno nominati dai consigli regionali e NON PIÙ eletti dai cittadini. Inoltre ci sarà l'immunità per tutti e i "nuovi senatori" composti quindi da 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 nominati dal quirinale (questi ultimi ci sono sempre stati) non saranno processabili senza autorizzazione. 
Soltanto la Camera concederà la fiducia al governo instaurando un rapporto fiduciario tra essa e il governo, poiché il Senato svolgerà un'altra funzione ovvero quella di compensazione tra Stato e Regioni e dovrà essere consultato su materie vitali per il governo: i consiglieri e i sindaci hanno già molti impegni quindi svolgeranno entrambi i compiti ma male! 
Il Senato verrà scelto da apparati regionali scelti dallo stesso governo e la fiducia data sarebbe un circolo vizioso e non una scelta democratica. Ciò favorisce l'eccessiva intesa e favoreggiamento per il governo da parte di coloro che in Camera hanno già dato troppa fiducia ad esso con conseguente calo della democrazia.


I costi della politica non verranno così tanto ridotti perché verranno sistemate in altre situazioni in cui di certo non rientra il benessere del cittadino, come possono essere l'istruzione o la sanità pubbliche. E anche fosse, non diminuiranno notevolmente poiché seppur calando il numero dei senatori con i risparmi su di essi fra cui l'abolizione pure del Cnel, verranno risparmiato solo un quinto ovvero sui 50 milioni di euro circa per ogni esercizio annuale. Ridurre il numero dei senatori, che passerebbero quindi da 315 a 100 non riduce i costi, perché se fosse davvero questo il problema, tanto valeva ridurre anche i deputati. La riduzione di costi e "poltrone" solo SENATORIE non restituirà credibilità alle istituzioni, come illusoriamente credono.

Il Cnel ha attualmente 65 membri che verrebbero tolti perché fanno parte dei senatori. Il Cnel si occupa della legislazione economica e sociale e abolirlo in pratica non riguarda "l'abbassare i costi" ma fare in modo che il governo si assoggetti maggiormente alle finanze mondiali senza alcun controllo esterno.

Stesso discorso, sul piano finanziario almeno, vale per le regioni a statuto ordinario in cui ci sarà la "cancellazione" delle Province e il riordino delle competenze con più poteri allo Stato; per le regioni a statuto speciale non cambia nulla poiché dovrebbero rinunciare volontariamente all'autonomia o comunque accordarsi col governo da cui dipenderanno comunque le finanze.
Sul fronte turismo invece, le disposizioni generali spetterà deciderle allo Stato e la regione di turno dovrà solo promuovere quelle scelte. E dico, chi garantisce quali regioni e quali non verranno più o meno valorizzate per il loro patrimonio geografico, artistico e culturale?

Comunque se avete altre domande, vi consiglio di leggere questa pagina sul sito del Corriere della Sera davvero utile, da dove io stessa ho attinto parte della mia conoscenza per le fonti.

Riassumendo credo che di conseguenza portare avanti il "Sì" nel referendum, è un modo che verrà sfruttato dal governo per legittimare il concentramento di sempre più potere, avendo così in modo più consensi nello stesso parlamento eliminando le minoranze, e sempre più indipendenza nelle più alte cariche.
Non è una riforma innovativa o progressista  perché conserva e RAFFORZA il potere centrale a danno delle autonomie private di mezzi finanziari. Il disegno complessivo risulta dunque quello di avere un governo centrale più sfoltito in modo tale da assumere decisioni strategiche più facilmente.

La riforma introduce il referendum propositivo e modifica il meccanismo del quorum del referendum abrogativo che diventa "mobile" e tiene conto dell'andamento storico, e concretamente è sufficiente la metà più uno dei votanti alle precedenti elezioni politiche, ma non è questo il modo per non favorire l'astensionismo, poiché più alti livelli di astensionismo vogliono dire meno livelli di democrazia. Servirebbe molto di più "un'educazione al voto".


E comunque peccato per il fatto che l'astensionismo non si combatta eliminando il quorum e anzi lo favorisce poiché è ancora più automatico pensare "Io non voto perché tanto votano gli altri...", inoltre a chi sostiene che l'astensionismo sia un diritto valido vorrei dire alcune parole, citando innanzitutto Bernie Sanders.
"Non votando, si vota. Nel senso, rinunciando a votare si sta permettendo ad un altro punto di vista di prevalere; astenendosi, ciò vuol dire che il voto di qualcun altro vince. Così, penso che se usiamo i nostri cervelli, osserviamo il momento in cui siamo e potrebbe non essere il momento che vogliamo."
Astenersi dicendo "per me è uguale chi/cosa vince", "il mio voto non varrebbe nulla", "se non votassi non cambierebbe nulla" è assolutamente sbagliato perché quando si ha un'opinione (perché è automatico farsi un'opinione riguardo qualcosa) quell'opinione la si deve difendere con le braccia, con i denti E CON IL VOTO e si deve difendere insieme a chi la pensa uguale perché in questi casi, solo l'unione fa la forza. 
Astenendosi si rimane "ultimi a parlare" quando successivamente non piace come vanno le cose perché onestamente, non avete fatto nulla per cambiarle o per non farle avverare, lamentarsi dopo è troppo facile e anche stupido. 
Astenersi spinge gli altri ad astenersi e in un paese in cui abbiamo ancora garantito il diritto di voto, soprattutto per chi in passato ha messo in ballo la sua vita per averlo, è un meccanismo subdolo e ingrato. 
TENIAMOCI STRETTO IL DIRITTO DI VOTO. VOTARE E' UN DIRITTO, E UN DOVERE CIVICO. SIETE CITTADINI? VOTATE. 
Non va bene nemmeno dire "mi astengo perché non capisco la legge" dato che hanno inventato qualcosa chiamata I N F O R M A Z I O N E e non c'è "censura" che tenga quando si fa funzionare il proprio cervello. 
La consapevolezza della responsabilità che il nostro voto comporta, già fa vincere la democrazia, la Repubblica; e capirlo è un grande passo avanti.
Soltanto dopo i risultati di una qualsiasi elezione o referendum si capisce l'importanza del proprio voto. Non siate procrastinatori, il 4 dicembre e le volte di seguito, per il resto della vostra vita ANDATE A VOTARE e insegnate agli altri di ANDARE A VOTARE.

Sono stata avvantaggiata, fortunatamente, ed educata per la mia battaglia contro l'astensionismo dalla mia professoressa di Storia delle scuole medie che tutti i giorni ci ricordava quante fosse importante il nostro voto, il nostro esprimerci col nostro cervello prima di tutto...quei 10 minuti a fine lezione non ce li avrebbe mai tolti nessuno.
Poi giustamente ho proseguito verso le superiori e anche lì speravo in approcci simili ma, nonostante gli ultimi tre anni prevedano l'educazione civica nel POF, la professoressa ci diceva sempre "La Repubblica e i suoi apparati non ve li spiego perché dovrebbero essere scontati data la vostra età". Nonostante si vantasse di avere tre lauree, come le piaceva fare, oggi suppongo che comunque non le sono servite perché nemmeno lei sapeva bene quale queste spiegazioni "dovesse dare", poiché personalmente non mi interessava che fossero scontati, ma mi interessava che desse il suo supporto educando alla conoscenza della Repubblica. Ho sempre odiato quella "scusa" perché a causa di quella e di comportamenti simili nelle scuole, oggi fra i giovani ci sono le più alte percentuali di astensionismo che risulta quindi non necessariamente colpa loro, ma di chi li ha "educati" così nelle scuole e nelle famiglie; diventa in tal modo "scontato" per i giovani pensare che "è scontato non andare a votare perché tanto votano gli altri". Ehm NO.
VOGLIO RIPETERE IL MIO CONSIGLIO PER LA MILIARDESIMA VOLTA, se possibile, di andare a votare il 4, come le volte successive quando vi sarà chiesto, grazie.
Quando vi viene dato il diritto e il dovere di voto, ANDATE A VOTARE perché ai "piani alti" potrebbe sembrare "scontato" togliervelo, e non in modo che ve ne accorgiate che vi diranno "da oggi è legge che i cittadini non votino più" ma in maniera più subdola e viscida come "da oggi faremo loro credere che il loro voto valga ancora qualcosa".

Come piaceva alla mia professoressa delle medie ricordarci questo, anche io desidero ricordarlo a voi: 

Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. (articolo 48, 2° comma Costituzione) 

 

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