Perché credo che il femminismo non funzioni più come una volta e debba essere cambiato in antifemminismo
Mi è capitato spesso di essere fraintesa quando affermavo di essere antifemminista ed essere catalogata semplicemente come 'idiota e cattiva' perché non appoggiavo il femminismo. Un po' quando si dice che si è femministe e l'interlocutore pensa ad un cane rabbioso. Ma di quale femminismo stiamo parlando?
Fortunatamente il resto delle volte, purtroppo ancora poche, mi è stato chiesto realmente il mio parere e se state leggendo questo post, vuol dire che interessa saperlo anche a voi.
Innanzitutto credo che il femminismo sia una gran cosa, almeno se usato nella maniera giusta.
Una delle prime cose che mi fanno torcere il naso è che all'interno dello stesso movimento femminista non si sappiano bene i confini definiti, o non ci sarebbe stato il bisogno di avere più ondate, e il più delle volte ci si attiene semplicemente alla definizione presente sul dizionario, che è in ogni caso ben poco rispetto all'ampia realtà sociale e letteraria presente negli studi su di esso. Tutto questo meccanismo porta ovviamente ad attaccarsi fra stesse femministe perché si arriva a rinnegare il femminismo dell'altra. Quante volte vi è capitato sentir dire '
tu non sei una vera femminista!'? Eh, ma il femminismo non significa accettare le scelte delle donne? Sia che esse vengano canonicamente appoggiate (ad esempio la scelta di non depilarsi) o che non siano canonicamente appoggiate (la donna che decide di essere casalinga)? Non parlo di opportunismo perché quello è un concetto che rientra nell'essere d'accordo sulle opinioni personali e non sulle scelte di vita, ma di principi condivisi che devono essere alla base del movimento come la tolleranza. L'
empatia.
Il riuscire ad accettare che l'altra persona abbia fatto delle scelte diverse dal proprio ideale di 'normalità'.
Anche nel caso in cui una donna decide di definirsi antifemminista, di certo bisogna partire dal presupposto che non va contro se stessa.